Situata sulla riva sinistra del fiume Adda, poco a valle del ponte sul fiume, la Canottieri Adda si estende su oltre 44 mila mq di superficie.

È dotata di ampie strutture dedicate allo svago ricreativo e alle attività sportive.

Vi sono in particolare:

  •     1 zona attracco barche
  •     2 piscine e 1 vasca piccola per i bambini
  •     2 sale palestra
  •     3 campi da tennis in terra rossa
  •     1 campo da calcio
  •     1 campo da calcetto
  •     2 campi di beach volley/beach tennis
  •     1 campo mini-basket 3×3
  •     2 tavoli di Teqball
  •     Area fitness Outdoor: castello calistenico + percorso vita di 8 stazioni)
  •     ampio solarium sul lungofiume
  •     parco giochi per i più piccoli
  •     bar e ristorante
  •     sala ricreativa con TV a proiettore
  •     spogliatoi maschili e spogliatoio femminile

In questa sezione sono disponibili le norme che disciplinano l’attività della società Canottieri Adda 1891 Lodi.

Dagli anni '30 ad oggi

Il 27 aprile 1945 il dott. Carlo Premoli è nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale Commissario Straordinario della Società, che convoca quindi l’assemblea per tornare a eleggere le cariche sociali. Viene scelto come presidente Mario Agnelli, che, insieme ai consiglieri Amilcare Rotta, Onorato Cornalba, Francesco Corvi, Carlo Gandelli, Piero Grignani, Giovanni Parmesani, Giuseppe Sala, Franco Senna, Innocente Stefanelli, Umberto Gritti, Piero Torchio, Innocente Vicentini, si pone il problema di chiudere la spinosa questione dell’epurazione: dopo vivacissimi dibattiti, si decide saggiamente di lasciare che il tempo medichi ferite e rancori, così gli epurati verranno riammessi nel 1948, e la questione si chiuderà definitivamente nel 1952, quando il presidente De Ponti affermerà che l’Associazione non fa politica, ma è una struttura per l’aggregazione sociale e l’impiego salutare e amichevole del tempo libero. Sopite le polemiche, si pensa a riprendere anche quell’attività agonistica che aveva portato l’Adda nell’aristocrazia del canottaggio italiano. Ma i nuovi vogatori, che devono subentrare ai vecchi campioni, non s’inventano a tavolino inoltre mutano velocemente i ritmi di vita e i modelli di comportamento. Anche gli sport remieri subiscono, e non solo in casa nostra, ma in tutta Italia, un lento irreversibile declino.

Ancora qualche vittoria: il Quattro con Pandini, Rossetti, Bonagura, Ceresa, timoniere Castelli, e il Quattro senza Pandini, Rossetti, Bonagura, Ceresa, nel ‘52, nel ‘53 e nel ‘55 vincono i campionati italiani (va ricordato il campione Romano Bonagura che non si accontenterà di vincere questo titolo tricolore, ma sarà anche campione olimpionico di bob a quattro). Poi la Società prende un’altra strada, in direzione meno spiccatamente agonistica e più accentuatamente ricreativa. Di tanta gloria sportiva conquistata negli sport remieri rimangono tracce indelebili nell’Albo d’oro della Società; ma i tempi cambiano anche nell’agonismo fluviale. Dalla fine degli anni sessanta balza alla ribalta la pratica della canoa- kayak, un mezzo agile che non richiede grandi investimenti economici, ma prontezza di riflessi, coraggio, allenamento tenace e passione per la natura. Il merito di fare scuola in questa affascinante specialità spetta ad Antonio Dossena, e sarà poi il duo Riccardo Eletti e Paolo Moroni ad imporsi a livello nazionale nella categoria C2, conquistando il titolo italiano nel ’72, nel ’74 e ’75.

 

Sotto la guida di un istruttore le cui capacità tecniche lo porteranno ai vertici federali, Vittorio Cirini, i canoisti dell’Adda colgono risultati brillantissimi di cui si citano qui soltanto i principali: nel 1980, nel 1981 e nel 1982 il primo posto al Campionato Italiano di Società Categorie Giovanili; nel 1983 la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di discesa a Merano con Vinzia Paolo e Campelli Gilberto; nel 1985 medaglia di bronzo di Mulazzi ai campionati mondiali di Garmisch; nel 1987 medaglia di bronzo e d’argento rispettivamente nel K1 individuale (Mulazzi) e a squadre ai Mondiali di Bourg St. Maurice (Francia); nel 1991 una medaglia d’oro nei campionati del mondo del K1 a squadre, in Jugoslavia (Mulazzi); nel 1993 medaglia di bronzo nell’individuale e medaglia d’argento a squadre ai mondiali, più il bronzo della coppia Campelli-Zanoni nel C2; nel 1996 altra medaglia di bronzo per Mulazzi a Landeck (Austria) nel K1 squadre; nel 1998 ancora bronzo a Garmisch nel K1 squadre. Ma l’elenco dei nomi e dei piazzamenti è molto più lungo, e andrebbero qui ricordati, oltre ai più volte menzionati Mulazzi, Vinzia, Campelli e Prandinì, anche Baravelli, Mantegazza e Macchioni, oltre ai numerosi giovani atleti che continuano a gareggiare per i colori della Canottieri Adda. La Canottieri ha al suo attivo nel canottaggio ben 19 titoli italiani, 20 piazzamenti (argento e bronzo) ai campionati italiani e 22 (fra oro, argento e bronzo) conquistati in campionati europei e gare internazionali e nella canoa 92 titoli italiani, 88 piazzamenti (argenti e bronzo) ai campionati italiani e 133 (fra oro argento e bronzo conquistati ai campionati mondiali, europei e gare internazionali).

A riconoscimento di questi successi il CONI ha conferito alla Canottieri Adda nel 1970 la stella d’argento al merito sportivo e nel 1987 la stella d’oro: è un grande premio che va a tutti, dirigenti atleti e soci, che hanno contribuito a portare la società nell’élite dello sport italiano.

Una società al passo con i tempi

All’inizio degli anni sessanta, i soci ormai si aggiravano sul migliaio: ed ecco che si allarga allora l’area a verde attrezzato, si costruisce la prima piscina, i campi da tennis e pallavolo e nuovi spazi gioco per i bambini. Viene l’alluvione del ‘63, che si mangia un bel pezzo di riva, spazza via i campi da tennis e danneggia gli edifici, ma il presidente Giuseppe Martini si impegna a fondo nella ricostruzione, e grazie ad un contributo straordinario di 1.500 lire pro capite, ecco la società ritornare bella più di prima. Negli anni sessanta le iniziative si moltiplicano: tornei di tennis, campionati sociali, feste per un numero sempre crescente di soci, che nel 1968 sono ormai 1.121, tanto da indurre il Consiglio ad acquistare altri 11.000 metri quadrati di terreno, per nuovi servizi e attrezzature.

Negli ultimi trent’anni la Canottieri è andata crescendo in modo esponenziale in numero di soci, in superficie, in strutture attrezzature e servizi: una data importante è stata il 1975, quando le donne, fino ad allora ammesse a frequentare la sede soltanto come consorti e figlie di soci sono state legittimate a pieno titolo nel diritto di socie attive.

Alla costruzione della prima piscina da 25 metri, nel 1960, dopo un decennio ha fatto seguito la seconda, di 33 metri e lo spostamento dei campi da tennis. L’ampliamento progressivo della superficie ha attualmente superato i 40.000 metri quadrati, con l’aggiunta di un terzo campo e le acquisizioni di nuove aree.

Ma il discorso strutturale è in piena evoluzione, in quanto il Consiglio Direttivo attraverso un concorso di idee e un sondaggio di Opinione, sta raccogliendo e vagliando le indicazioni utili a progettare il futuro della Canottieri. A 127 anni dalla sua fondazione, la Società conta oggi circa 4.000 iscritti, tra cui poco più di 2.450 soci attivi e 770 trentennali, 530 juniores e ragazzi figli di soci; il numero degli associati rimane, nella sostanza, stabile nonostante il numero di nuove iscrizioni rimanga chiuso per una precisa scelta dell’assemblea dei soci, mirata a tutelare la conservazione di un rapporto ottimale fra gli spazi e i fruitori: sono assai lontane ormai le istanze elitarie delle origini, ma si può dire che la Società continui a soddisfare sia un contenuto sviluppo delle iniziative sportive sia l’esigenza di un’attività ricreativa tranquilla e familiare, accontentando, nei limiti del possibile, le esigenze di tutti in un ambiente sano, distensivo e accogliente.